Armata Blucerchiata

Carta del tifoso

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Mr.Kaa78
view post Posted on 17/8/2009, 10:53 by: Mr.Kaa78




Tessera del tifoso tra giustizia, repressione e bu$ine$$
17.08.2009 08.02 di Diego Anelli articolo letto 355 volte
Fonte: sampdorianews.net
© foto di Federico De Luca

Il calcio sta sempre più diventando un circo, il regno dell’anarchia, un luogo di cabaret, dove si è perso da un pezzo il significato dei termini coerenza, meritocrazia, sensibilità e buon senso, oramai sostituiti abitualmente da ipocrisia, demagogia, predeterminazione e soprattutto bu$ine$$, tanto e troppo bu$ine$$. Da un ventennio frequento gli stadi, non mi riferisco alle tribune dove la mia passione giornalistica mi ha portato talvolta negli ultimi anni. Mi sto riferendo alla gradinata sud, il tempio del tifo blucerchiato dove sono abbonato da quando ero ragazzino, e ai settori ospiti di ogni parte d’Italia, dove ho risposto all’appello in un centinaio di occasioni.

In Italia la memoria storica è un valore, un patrimonio in via d’estinzione; chi è mostro oggi, magari domani riesce a diventare la vittima, il martire grazie all’appoggio dei mass – media, gli autori di fenomeni vergognosi, come ad esempio Calciopoli, vengono criticati da ogni dove, ma l’audience ha la priorità sull’intelligenza umana e allora ogni tanto vanno anche invitati in tv, come se ne sentissimo la mancanza. Nel nostro Paese, nel nostro calcio sono i tifosi, gli ultras le autentiche pecore nere dell’ambiente. Servirebbe un’enciclopedia per raccontare tutte le perle, per usare un eufemismo, alle quali abbiamo finora assistito per tappare la bocca, soffocare la libertà di manifestazione e di movimento agli assidui frequentatori delle curve.

Qualcuno in Lega ha il coraggio di dichiarare, e qualche credulone ci casca pure, che l’obiettivo del Governo del Calcio sarebbe riportare la gente allo stadio, peccato però che il caro biglietti imperversi senza pietà (spesso e volentieri, un biglietto di curva abbia un prezzo identico, se non perfino superiore, ad un intero abbonamento per le gare casalinghe della propria squadra alla pay – tv, o al digitale terrestre. Un giorno magari, sarà la show girl di punta a portare a domicilio il decoder). Vogliamo poi parlare dell’obbligo di comprare i tagliandi giorni e giorni prima dell’evento, dell’iter da seguire per portare semplicemente i propri striscioni all’interno delle curve, delle vicissitudini per assicurarsi i biglietti per le trasferte, spesso reperibili in filiali bancarie, agenzie viaggi, tabaccherie, negozi elettronici, dei divieti di introdurre megafoni e tamburi, del sempre più vergognoso spezzatino, con gare destinate a giocarsi anche all’orario di pranzo?

In tv, per radio, online o sulla carta stampata i tifosi sono pure costretti ad assistere a lezioni di stile, di classe, di dignità, di etica comportamentale da chi si è reso fiero protagonista di scandali come Calciopoli, conflitti d’interessi, traffici di passaporti falsi, presentazione di fideiussioni false, scalate societarie, tentativi di corruzioni arbitrali, combine, abituali ricorsi alle farmacie. Da gente simile abbiamo ben poco da imparare, ma, nonostante ciò, per la classe politica e i mass – media, il calcio è malato, va curato, bisogna intervenire pesantemente sulle tifoserie, adorando il famigerato modello inglese, nel quale non ci si può alzare, i striscioni sono spesso banditi, i biglietti costano salati e la violenza è soltanto rinviata a km di distanza dagli impianti sportivi.

Tra l’intera massa che gremisce gli stadi, non si può negare la presenza di alcuni facinorosi, di persone assolutamente disinteressate alle vicende calcistiche, abituate ad intrufolarsi nelle curve per creare disordini, spesso mossi da ideologie politiche e razziste, ma, basta aprire qualsiasi giornale, ci si rende conto che purtroppo il calcio, le curve rappresentano semplicemente lo specchio della realtà, della vita di tutti i giorni. Sono il primo ad affermare che i violenti vanno condannati con pene severe per i reati accertati, ma ciò non deve implicare un danno generalizzato ad un’intera tifoseria, ad una città calcistica. Sindaci, questori, PM, Presidenti delle Regioni, Osservatori, Casms consigliano, stabiliscono, oppure ordinano, a seconda dei casi, i divieti di trasferte, le limitazioni nella vendita dei biglietti, provocate, spesso e volentieri, nemmeno da responsabilità della tifoseria in questione, ma per problemi creati dalla tifoseria avversaria nei turni precedenti. Nel frattempo si rischia di falsare indirettamente lo svolgimento delle partite, in particolare nei momenti chiave della stagione. Si può gratificare, premiare la tifoseria sana e onesta? No, se quella locale è agitata, meglio vietare l’arrivo della controparte, facile no?

Perché intere masse devono subire le conseguenze di provvedimenti che dovrebbero riguardare soltanto i colpevoli di certi episodi violenti? Le forze dell’ordine non sono in grado, o non sono messe nelle condizioni tali da far rispettare l’armonia dentro e fuori dagli stadi? I facinorosi non vengono puniti a dovere e rischiano di fare effettivamente comodo a chi invece dovrebbe debellare la violenza e a chi vede aumentare i propri abbonamenti televisivi, altrimenti quali motivazioni si potrebbero dare ai padri di famiglia che non si sentono di portare i propri bambini allo stadio? Tornelli, steward, metal detectors, biglietti nominativi possono avere una certa utilità, soltanto se i regolamenti vengono rispettati, se i controlli vengono effettuati davvero. Se si sente l’esigenza di introdurre così urgentemente la tessera del tifoso, è l’ammissione del fallimento, dell’incapacità, dell’inefficienza del Palazzo.

La nostra testata si è sempre occupata di ogni tema relativo al mondo delle tifoserie organizzate, non seguendo gli esempi di chi preferisce dar unicamente voce a chi ha potere, o chi deve avere l’ultima parola, o raccontare la verità a prescindere. Un mese fa abbiamo intervistato, in merito all’introduzione della tessera del tifoso, anche Riccardo Ascioti, Addetto Stampa della Federclubs e membro della F.I.S.S.C., che parlò di “inaccettabile business con aspirazioni selettive e repressive”, ponendo l’accento sull’opera di schedatura del tifoso e della multisponsorizzazione della carta. Cliccando sul link è possibile leggere l’intervista in versione integrale:

http://www.sampdorianews.net/?action=read&idnotizia=4490

Nel maggio 2008 l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive presentò la tessera del tifoso, che avrebbe permesso ai titolari, salvo diversi provvedimenti, l'esenzione da eventuali restrizioni alla vendita dei biglietti. Il possessore della "tessera", quindi, dalla scorsa stagione agonistica, può teoricamente seguire le trasferte della propria squadra anche in caso di divieti. L’Osservatorio lo paragonò ad un tesserino di buona condotta, anche se, piccolo particolare, possa anche decidere di squalificare una curva, oppure optare per le porte chiuse, non attribuendo rilevanza al possesso della carta.

Chi ha avuto precedenti per incidenti allo stadio non potrà mai vedersi riconosciuta la tessera, automaticamente bloccata a chi si renda protagonista di episodi violenti nel corso della stagione. Se al di fuori degli stadi si è spesso fatto appello alla difesa della privacy e all’applicazione dell’indulto anche per reati meritevoli dell’ergastolo, sugli spalti si vuole, almeno a parole, seguire la strategia della “tolleranza zero”, non sentendo giustificazioni, non dando una seconda possibilità. E chi lo va a dire a chi si è preso diffide per pacifiche invasioni di campo, accensione di fumogeni, introduzione di striscioni contro il calcio bu$ine$$? La carta del tifoso è l’ultima carta da giocare per il Palazzo del calcio, dopo di che arriverà il momento di stilare i consueti bilanci, di accertare le responsabilità, di annotarsi le confessioni. Alla fine ognuno sosterrà le proprie tesi, ma i risultati daranno ragione a chi riporterà la realtà. A prescindere da tutto e tutti, una cosa è certa: chi di dovere già ci immagina seduti sulla poltrona davanti alla tv….
 
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94 replies since 17/7/2009, 09:57   5004 views
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